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28 Febbraio 2013 Ptosi palpebrale0

ptosiLa ptosi palpebrale si definisce come l’abbassamento del margine palpebrale superiore che si ritrova in una posizione inferiore rispetto alla norma, coprendo una maggior parte dell’iride. La ptosi può essere monolaterale o bilaterale e in molti casi può costituire un ostacolo alla visione.

La ptosi può essere di tipo congenita (presente dalla nascita) o acquisita (inseguito all’invecchiamento, dopo traumi o patologie di tipo neurologico). E’ molto importante fare una buona diagnosi, la quale condizionerà la scelta terapeutica.
In pratica quando c’è una ptosi il muscolo incaricato di sollevare la palpebra è in qualche modo anomalo. Con l’età tende a degenerare diventando meno tonico nel reggere e mentenere la palpebra superiore. In una ptosi congenita il muscolo può essere più lungo o debole o addirittura presentare un’inserzione anomala che si verifica durante la embriogenesi.

Anche in seguito ad un trauma si può verificare un danno al muscolo elevatore della palpebra che causi la ptosi. Nei casi di malattie neurologiche o degenerative, il muscolo perde tono e capacità contrattile il quale causa un abbassamento della rima palpebrale.
La chirurgia della ptosi palpebrale è abbastanza complessa già che le strutture trattate sono veramente molto piccole e delicate; è per quello che gli strumenti e i materiali che si utilizzano sono talvolta quasi microscopici.

In linea di massima si possono correggere mediante l’accorciamento del muscolo elevatore quando questo funziona bene (correzione dinamica), oppure nei casi dove vi è un mancato funzionamento o una scarsa contrattilità si può eseguire una sospensione al muscolo frontale (con materiali biocompatibili o con un piccolo frammento di tessuto da un tendine della coscia attraverso una minincisione) il quale regge la palpebra ed aiuta a mantenere la posizione palpebrale.

A volte l’intervento di blefaroplastica si può associare a quello di correzione di ptosi palpebrale già che entrambi si eseguono attraverso la stessa incisione cutanea palpebrale.

Per chiarimenti su quest’articolo o consulenze: Dott. Luciano Lanfranchi



25 Febbraio 2013 Altro0

costi_chirurgia_plasticaLe ultime notizie provenienti dal mondo della chirurgia estetica parlano, e ci mostrano, labbra eccessivamente turgide, seni autoreggenti anche a 80 anni, epidermidi improbabili con lo scorrere del tempo. Il tutto per raggiungere un qualcosa, forse un modello, una qualcosa di irraggiungibile presente solo nella testa, che non è e non sarà mai concretamente raggiungibili. Come un’utopia, tale e quale.

Un altro fenomeno in aumento però è quello delle cosiddette “operazioni secondarie”, ossia interventi che servono a rimediare errori o complicanze causati o sorti in operazioni precedenti

Per questa ragione si sta alzando una sorta di vespaio all’interno del mondo della chirurgia pastica, ricostruttiva ed estetica, proprio perchè alcuni illustri esponenti della materia reputano ci sia un abuso di operazioni che sembrano più di taglia e cuci che di vera e propria chirurgia estetica.

E in effetti se c’è qualcosa di cui c’è fortemente bisogno in questo campo, dove sovente molti professionisti operano i propri pazienti in maniera sprovveduta, o pensando solo al conto in banca e meno alla loro salute, è proprio di una sensibilizzazione verso la necessità di certi interventi, verso la modalità con la quale si eseguono e verso, non ultimi, i propri pazienti.

Questi ultimi non sono solo pezzi di carne con parti da prendere, asportare, mettere in vaschetta, smantellare e ricucire, ma sono persone, e come tali vanno trattate. Esseri umani con una loro interiorità, sensibilità, identità e intelligenza. Anche quando i pazienti non sono così”avvertiti” è dovere del medico essere rigoroso per entrambi.

Basta dunque con la chirurgia invasiva, che sia con interventi principali  o con “operazioni secondarie” , basta con la plastica, con volti tutti uguali, con donne in serie che vedi sfrecciare in SUV nei quartieri alti.

Basta coi volti immobili e che non raccontano più nulla della persona che c’è dietro. Basta con la plastica. La chirurgia estetica e plastica, malgrado il gioco di parole, non è plastica. E’ vita, è aiutare le persone a recuperare qualcosa di loro stessi, forse la gioia di vivere, che forse un tempo era andata perduta. 

Ma l’inerpicarci sul filosofico e sul concettuale, per non dire sull’umano, non significa che l’attività di chirurgo debba essere presa, appunto, come quella di uno qualsiasi che taglia da una parte e aggiunge dall’altra. E’ vero, noi chirurghi siamo dei sarti, ma sotto di noi abbiamo delle persone e dobbiamo stare attenti. A rispettarle. A non farle di plastica. 

La chirurgia non è plastica. 

 


Chirurgo Plastico ed estetico - Board Certified Plastic Surgeon

Dott. Luciano Lanfranchi

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